Oltre alla 200 Miglia, lo scorso fine settimana sul circuito della Florida si è svolto anche il primo round del King of the Baggers, serie riservata alle moto dotate di valigie laterali ma preparate da gara e in grado di sfiorare i 300 km/h sui banking del tracciato a stelle e strisce. A dominare la scena è stato Kyle Wyman, ma tra i piloti in gara hanno suscitato particolare interesse due volti noti del panorama internazionale con trascorsi in MotoGP e in SBK, ovvero Bradley Smith e Loris Baz, rispettivamente in azione con i team ufficiali Harley-Davidson e Indian. Eccoli in azione insieme agli altri protagonisti, in quello che è stato a tutti gli effetti un debutto “di fuoco” (di Alessandro Di Moro)

Lo spettacolare debutto di Smith e Baz a Daytona con le Baggers

        La 200 Miglia di Daytona di quest'anno &egrave; stata un'edizione storica, con Josh Herrin in grado di vincere la corsa americana per eccellenza per il terzo anno consecutivo (ve l'abbiamo raccontata qui). Tuttavia, sono stati molteplici i motivi d'interesse del fine settimana vissuto dal MotoAmerica sul circuito della Florida, tra i quali spicca una moto unica nel suo genere, nel senso letterale del termine.  Ana Carrasco pronta a debuttare in SSP: "Un sogno che si avvera" Il debutto a sorpresa della ARCH S2-R  Stiamo parlando della ARCH S2-R, moto della Casa di Keanu Reeves che ha debuttato a sorpresa nella classe Super Hooligan riservata alle naked (e in questo weekend dominata dalle Harley-Davidson Pan America). &ldquo;A sorpresa&rdquo; in quanto si tratta di un vero e proprio prototipo unico svelato per la prima volta soltanto quando Corey Alexander &egrave; sceso in pista per la prima sessione di prove libere, suscitando ovviamente grande interesse da parte dell'intero paddock e degli appassionati. Si tratta di un modello progettato e costruito dalla stessa ARCH in collaborazione con Suter Racing, con quest'ultimo che ha sviluppato sia il forcellone che il motore bicilindrico a V. A stupire &egrave; l'assenza del radiatore (&egrave; presente soltanto quello dell'olio), mentre le sopensioni sono Ohlins, i freni Brembo e lo scarico Akrapovic. Non sono ancora stati resi noti dati tecnici dettagliati come peso e potenza, ma quel che &egrave; certo &egrave; che si tratta di una buona base di partenza visto che Alexander &egrave; riuscito ad ottenere un settimo posto in gara e prender&agrave; parte all'intera stagione. E nel frattempo, si sapr&agrave; certamente qualcosa in pi&ugrave; sulla versione per l'utilizzo stradale.        

Nel weekend della 200 Miglia di Daytona, il marchio di Keanu Reeves &egrave; sceso in pista con un prototipo decisamente interessante e (per ora) letteralmente unico

Debutto “in incognito”: ecco la nuova ARCH 2S-R Super Hooligan

        Il successo di Tom Booth-Amos in Gara 2 del mondiale Supersport a Phillip Island &egrave; stata a dir poco sorprendente, visto che per l'inglese si &egrave; trattato del primo successo nella categoria e per la Triumph Street Triple 765 RS si &egrave; trattato di un ritorno in prima posizione a distanza di ben tre anni dall'ultima volta. Tuttavia, il risultato ottenuto da &ldquo;TBA&rdquo; ha anche un altro significato visto che ha permesso al centauro britannico di entrare in un gruppo estremamente ristretto di piloti in grado di vincere almeno una gara in Supersport dopo aver centrato il medesimo risultato anche in Supersport 300: andiamo a vedere di chi si tratta. MotoGP, Chili: "Bagnaia? Se gli romperanno le scatole, dovr&agrave; guardarsi attorno" Gonzalez il &ldquo;pioniere&rdquo;, Huertas il pi&ugrave; vincente  Il primo a vincere sia una gara in Supersport 300 che una in Supersport &egrave; stato lo spagnolo Manuel Gonzalez, campione del mondo della classe leggera in un 2019 da dominatore assoluto, il quale passando poi al Motomondiale &egrave; riuscito anche a trionfare in Moto2. Il pi&ugrave; vincente &egrave; stato per&ograve; Adrian Huertas, anche lui quest'anno impegnato in Moto2, unico in grado di laurearsi campione del mondo in tutte e due le categorie (con Kawasaki in 300 e con Ducati in SSP lo scorso anno). Detto dei due campioni, va poi annoverato Bahattin Sofuoglu: il nipote del cinque volte iridato Kenan ha trionfato in 300 con una Yamaha R3 e in SSP con una MV Agusta F3, con cui &egrave; stato s&igrave; veloce, ma troppo altalenante per diventare un serio contendente al titolo. Con il passaggio in Superbike, avvenuto quest'anno con i colori del team motoxracing, potrebbe anche diventare il primo a vincere una gara in tutte e tre le classi, anche se risulta altamente improbabile in questo momento. A loro tre si aggiunge poi il sopracitato Booth-Amos, che dopo la difficile parentesi in Moto3 sembra aver trovato la propria dimensione tra le derivate. Dalla MotoGP alle Baggers: Bradley Smith pilota ufficiale Harley-Davidson Un risultato (quasi) irripetibile  Considerando che quella che partir&agrave; da Portimao sar&agrave; l'ultima stagione della storia per la Supersport 300, sono ben pochi i piloti che potranno unirsi a questo gruppo. Potrebbero riuscirci Galang Hendra Pratama e Loris Veneman, protagonisti della scorsa stagione in cui a laurearsi campione fu l'indonesiano, i quali sono attualmente impegnati proprio in SSP rispettivamente con Yamaha e Ducati, ma in ogni caso rester&agrave; una cerchia decisamente ristretta, a conferma di come non sia affatto facile farsi strada nella classe intermedia pur vincendo nella 300; lo sa bene Buis, due volte campione che anche quest'anno sar&agrave; ancora al via della medesima classe. Con l'arrivo della Sportbike nel 2026, la musica potrebbe cambiare trattandosi di moto pi&ugrave; vicine alle Supersport dal punto di vista prestazionale, ma &egrave; chiaramente ancora troppo presto per dirlo. Test CIV, paddock diviso tra Misano e Vallelunga: Delbianco subito da record       

Con il trionfo in Australia, Tom &egrave; diventato il quarto pilota ad ottenere un successo nelle due categorie. Un risultato che difficilmente potranno ottenere anche altri piloti

Da Gonzalez a Booth-Amos: il ristretto club dei vincitori in SSP e 300

        Dopo l'arrivo di un volto di caratura mondiale come quello di Loris Baz come pilota ufficiale Indian, il King of the Baggers 2025 ha suscitato ancora pi&ugrave; curiosit&agrave; del solito. Al francese si aggiunge ora un altro nome decisamente noto nel panorama internazionale, ovvero quello di Bradley Smith, il quale sar&agrave; invece la nuova punta dello squadrone factory di Harley-Davidson. Il colosso di Milwaukee ha infatti deciso di rispondere al marchio rivale con un vero e proprio big dai lunghi trascorsi nel Motomondiale per riconquistare il titolo in quella che sta ormai diventato la categoria pi&ugrave; rilevante del MotoAmerica e, in generale, dell'intero panorama motociclistico a stelle e strisce. Smith correr&agrave; con una Road Glide schierata dal team Screamin' Eagle, compagine di riferimento della Casa statunitense, andando ad affiancare i confermati James Rispoli e, sopratutto, Kyle Wyman. Quest'ultimo ha gi&agrave; vinto il campionato nel 2021 e sar&agrave; a sua volta tra i sicuri protagonisti della nuova stagione, che scatter&agrave; questo weekend. CIV Sportbike: Conte sulla Suzuki del Box Pedercini per l'assalto al titolo Primo confronto a Daytona  In questo fine settimana andr&agrave; in scena la corsa a due ruote americana per eccellenza, ovvero la 200 Miglia di Daytona, giunta alla sua 83esima edizione. Oltre alla gara che d&agrave; il nome all'evento, ci saranno per&ograve; anche diverse altre contese come la Super Hooligans, la Twins Cup e, appunto, il King of the Baggers in cui si riproporr&agrave; l'ennesimo confronto tra Indian e Harley-Davidson. La prima schierer&agrave; anche il campione in carica Troy Herfoss e il campione 2022 Tyler O'Hara oltre al gi&agrave; citato Baz, per un totale di cinque Indian Challenger, mentre saranno addirittura otto le Harley-Davidson Road Glide in pista sull'iconico tracciato della Florida. Vedere moto dotate di borse laerali sfiorare i muretti a quasi 300 km/h sui banking di Daytona sar&agrave; come sempre qualcosa di unico, ma quale marchio conquister&agrave; il successo nella gara a stelle e strisce pi&ugrave; importante dell'anno? MotoGP, il debutto da fenomeno di Ogura: meglio di Martin e Acosta       

L'inglese prender&agrave; parte alla categoria del MotoAmerica con la Road Glide del team Factory, con cui debutter&agrave; questo weekend a Daytona

Dalla MotoGP alle Baggers: Bradley Smith pilota ufficiale Harley-Davidson

        Da parecchi anni a questa parte tutte le moto sportive e da competizione sono dotate di teste con quattro valvole per cilindro. Le cinque valvole sono state un&rsquo;interessante proposta alternativa, ma complessivamente si sono dimostrate inferiori e sono praticamente uscite di scena. Il campo di impiego si &egrave; allargato e oggi parecchi modelli non soltanto di medie prestazioni, ma persino economici, sono a quattro valvole. Di questa soluzione, adottata universalmente quando la potenza specifica supera un determinato valore, si &egrave; parlato spesso, ma forse mai in maniera completa, ovvero dal punto di vista non soltanto fluidodinamico ma anche meccanico e termico. Continua nella prossima pagina I riporti superficiali sul mantello | Officina &nbsp; I motori a 4 valvole per cilindro  &Egrave; chiaro a tutti che passando da due a quattro valvole (due di scarico e due di aspirazione, ma qui facciamo riferimento soltanto a queste ultime) &egrave; possibile far respirare meglio il motore grazie alle maggiori sezioni a disposizione per il passaggio dei gas. La geometria parla chiaro: con le valvole parallele, sfruttando in maniera ottimale lo spazio a disposizione, l&rsquo;aumento della sezione geometrica disponibile per l&rsquo;aria che entra nel cilindro pu&ograve; essere superiore al 30%. Inclinando le valvole si possono ottenere valori ancora maggiori. Ci&ograve; che interessa la respirazione del motore non &egrave; per&ograve; tanto la sezione geometrica a disposizione quanto quella efficace, cio&egrave; &ldquo;utile&rdquo;. &Egrave; inutile avere un foro grande se poi lo si utilizza male! E allora entra in gioco anche il coefficiente di efflusso. Come noto, esso &egrave; costituito dal rapporto tra la quantit&agrave; di gas che passa nell&rsquo;unit&agrave; di tempo e quella che dovrebbe passare nelle stesse condizioni, ovvero con la medesima differenza di pressione. Impiegando due valvole il coefficiente di efflusso &egrave; pi&ugrave; elevato di quello che si ha con quattro (ci&ograve; riduce soltanto in una lieve misura il vantaggio offerto da queste ultime). I valori usualmente raggiunti da tale coefficiente nei moderni motori a due valvole sono dell&rsquo;ordine di 0,65: significa che l&rsquo;area efficace &egrave; pari soltanto a circa due terzi dell&rsquo;area geometrica. In motori particolarmente sviluppati sotto l&rsquo;aspetto fluidodinamico, come i V8 del campionato Nascar (i cui condotti sono disgustosi ma vengono sfruttati in maniera straordinaria), pare si possa arrivare dalle parti di 0,70. Nei motori a quattro valvole delle moto sportive il coefficiente di efflusso &egrave; in genere di 0,60-0,63. Il fatto che esso sia leggermente inferiore &egrave; dovuto alla maggiore &ldquo;schermatura&rdquo; da parte delle pareti del cilindro e al disturbo reciproco tra i flussi nella zona in cui le valvole sono pi&ugrave; vicine. Ricordo che in questo servizio ci riferiamo specificamente alle valvole di aspirazione. La sezione utile si ottiene moltiplicando quella geometrica per il coefficiente di efflusso. Occorre qui sottolineare che tale coefficiente varia con l&rsquo;alzata della valvola (i valori pi&ugrave; alti vengono raggiunti alle piccole alzate). Ai fini della respirazione del motore il vantaggio che si ottiene passando dalle due alle quattro valvole non si limita a maggiori sezioni utili alla massima alzata. In molti casi sembra che non venga sottolineato secondo i meriti il fatto che l&rsquo;alzata ottimale sia nettamente inferiore a quella che si ha con le due valvole. Occorre considerare qui la legge del moto delle valvole. Come noto, quando si raggiunge una certa alzata (in genere dell&rsquo;ordine del 27-30% del diametro del fungo), la sezione di passaggio tra valvola e sede eguaglia la sezione minima del condotto (che in genere &egrave; posta poco a monte della sede). Oltre tale alzata &ldquo;ottimale&rdquo; il fattore limitante per il passaggio dei gas diventa quindi la sezione ristretta del condotto. Va considerato dunque il rapporto tra l&rsquo;alzata e il diametro del fungo. Poich&eacute; con le quattro valvole quest&rsquo;ultimo &egrave; minore, la stessa l&rsquo;alzata ottimale risulta minore. Con quattro valvole per cilindro, se tale alzata viene raggiunta dopo lo stesso angolo di rotazione dell&rsquo;albero a camme, l&rsquo;accelerazione delle valvole stesse sar&agrave; nettamente minore rispetto a quella che si ha con la soluzione a due valvole. Un vantaggio non di poco conto, che consente di impiegare molle con un carico nettamente inferiore e che limita lo stress al contatto tra eccentrico e cedente. Se invece la rapidit&agrave; di sollevamento della valvola &egrave; la stessa, l&rsquo;alzata ottimale viene raggiunta con un minore angolo di rotazione dell&rsquo;albero. &Egrave; a questo punto chiaro perch&eacute; con il passaggio dalle due alle quattro valvole per cilindro in molti casi sono state adottate fasature di distribuzione meno spinte rispetto a quelle utilizzate nei precedenti motori a due valvole, e questo pur ottenendo prestazioni superiori. Si poteva ottenere una curva di coppia pi&ugrave; &ldquo;piena&rdquo; con un campo di utilizzo pi&ugrave; ampio. L&rsquo;area sotto la curva delle alzate indica la sezione di passaggio a disposizione dei gas.  Continua nella prossima pagina &nbsp; I motori a 4 valvole per cilindro: le caratteristiche  Osservando i grafici si nota spesso che con le quattro valvole, essendo inferiore l&rsquo;alzata, essa &egrave; minore. Si deve per&ograve; tener presente che essa va moltiplicata per due perch&eacute; il numero delle valvole di aspirazione &egrave; doppio. Poich&eacute; con le quattro valvole le sezioni di passaggio sono maggiori, il lavoro di pompaggio risulta inferiore, rispetto ai motori a due valvole, e la cosa &egrave; particolarmente sensibile agli alti regimi, ove esso pu&ograve; risultare pi&ugrave; che dimezzato. Le maggiori sezioni a disposizione fanno s&igrave; che a pari regime di rotazione la velocit&agrave; dei gas risulti minore. Quella pi&ugrave; vantaggiosa ai fini dello sfruttamento dell&rsquo;inerzia delle colonne gassose, e quindi del rendimento volumetrico, viene perci&ograve; raggiunta a un regime pi&ugrave; elevato. Insomma, i motori a quattro valvole respirano assai meglio in alto. Molto importante &egrave; la disposizione centrale della candela. Grazie a essa la distanza che il fronte della fiamma deve compiere per propagare la combustione fino al suo completamento &egrave; minore, a parit&agrave; di alesaggio, rispetto a quella che si ha quando le valvole sono due. In quest&rsquo;ultimo caso, infatti, per poter montare valvole molto grandi, la distanza tra le sedi &egrave; ridotta al minimo e non vi &egrave; spazio per la candela. Con la candela centrale la combustione pu&ograve; essere pi&ugrave; rapida ed &egrave; possibile adottare un anticipo di accensione minore. La forma della camera, pur essendo assai buona, non &egrave; quella ideale, ossia emisferica. Tutto sommato il rendimento termico ottenibile &egrave; analogo. A tale proposito si deve inoltre considerare che con le quattro valvole &egrave; possibile dotare la camera di aree di squish di notevole estensione e disposte in maniera favorevole. Valvole pi&ugrave; piccole, come ovvio, hanno un peso minore e questo vale anche per gli organi interposti, ovvero le punterie (o i bilancieri), gli scodellini e la parte mobile delle molle. Significa che adottando quattro valvole al posto di due, le forze d&rsquo;inerzia in gioco sono notevolmente minori ed &egrave; possibile raggiungere regimi di rotazione pi&ugrave; elevati. Il carico delle molle pu&ograve; essere inferiore. Le valvole sono di pi&ugrave; ma, a parit&agrave; di accelerazioni e di rapporto tra alzata massima e diametro, la forza necessaria per aprire ciascuna di esse &egrave; minore. Complessivamente, comunque, le perdite meccaniche per l&rsquo;azionamento della distribuzione sono leggermente maggiori. Il volume, e quindi la massa, variano con il cubo del diametro mentre la superficie, a parit&agrave; di forma, cambia soltanto con il quadrato. Di conseguenza, valvole pi&ugrave; piccole possono lavorare a temperatura inferiore. Tutto ci&ograve; &egrave; importante per le valvole di scarico, molto sollecitate termicamente. Occorre ricordare che il passaggio dalle due alle quattro valvole comporta una superiore complessit&agrave; e costi pi&ugrave; elevati: &egrave; infatti maggiore il numero sia dei componenti che delle lavorazioni. In particolare, in abbinamento con angoli tra le valvole piuttosto contenuti, come quelli adottati da tempo nei motori pi&ugrave; performanti (e non soltanto), le teste a quattro valvole diventano troppo &ldquo;affollate&rdquo; per riuscire a realizzare adeguati passaggi per l&rsquo;aria di raffreddamento, che non pu&ograve; avvicinarsi alle zone pi&ugrave; sollecitate termicamente. La situazione &egrave;, come ovvio, pi&ugrave; critica se la potenza specifica &egrave; elevata: di conseguenza diventa d&rsquo;obbligo passare al raffreddamento a liquido. In passato le distribuzioni a quattro valvole per cilindro erano state adottate pi&ugrave; o meno saltuariamente, o comunque non erano riuscite a imporsi in maniera universale, almeno prima di arrivare alla definitiva affermazione sulle moto da GP negli anni Sessanta e, diverso tempo dopo, anche su quelle prodotte in serie. In campo motociclistico ricordiamo almeno le bicilindriche Indian e Harley-Davidson da corsa degli anni Dieci, la Guzzi C4V del decennio successivo e poi le famose Rudge degli anni Trenta.&nbsp; Il grande rilancio si &egrave; avuto per merito della Honda che, con le sue mitiche moto da Gran Premio, ha ottenuto straordinari successi negli anni Sessanta mostrando la strada a tutti gli altri costruttori impegnati nel Mondiale. Tra i modelli di serie, dopo la Honda XL 250 apparsa alla fine del 1972 e la Yamaha TX 500 dell&rsquo;anno successivo, l&rsquo;affermazione definitiva delle quattro valvole &egrave; iniziata a partire dalla fine degli anni Settanta.  Le corse in Salita negli anni '60 | Tecnica       

Se queste sono parallele, sfruttando in maniera ottimale lo spazio a disposizione, l&rsquo;aumento della sezione disponibile per l&rsquo;aria che entra nel cilindro pu&ograve; superare il 30%

I motori a 4 valvole per cilindro: a cosa servono, i vantaggi | Tecnica

        Pur trattandosi della gara off-road pi&ugrave; dura e prestigiosa dell'intero panorama mondiale, la Dakar di quest'anno ha visto trionfare un debuttante assoluto in grado di sorprendere tutti. Stiamo parlando di Edgar Canet, giovanissimo spagnolo che, in sella alla KTM 450 Rally del team ufficiale, &egrave; riuscito a conquistare il successo nella classe Rally2 (chiudendo ottavo nella generale) completando la festa del marchio austriaco, vincitore assoluto con lo specialista Daniel Sanders. Lo stesso Canet, una volta tornato a casa dalla lunga trasferta in Arabia Saudita ha raccontato questa straordinaria avventura, evidenziando le peculiarit&agrave; di una corsa diversa rispetto ad ogni altro evento mondiale. KTM, Beirer: "La Dakar ha ridato fiducia all'azienda in un periodo difficile"  Canet: &ldquo;A Natale mi sembrava un sogno, Roma e Viladoms mi hanno aiutato&rdquo;  &ldquo;Ho saputo che avrei corso la Dakar con il team ufficiale KTM appena prima di Natale e mi sembrava un sogno, ma era tutto vero ed &egrave; stato incredibile disputare una gara del genere per la prima volta in carriera con una squadra cos&igrave; importante&rdquo;, ha raccontato Edgar. &ldquo;Far parte di un team Factory mi ha fatto imparare tantissimi aspetti in poco tempo, anche perch&eacute; aver condiviso la tenda con campioni del calibro dei fratelli Benavides e di Daniel (Sanders, ndr) &egrave; stato di grande aiuto per comprendere al meglio le numerose insidie dei rally e, in particolare, di una gara cos&igrave; complessa come la Dakar. Inoltre, nessuno mi ha messo pressione e l'unico obiettivo che ci eravamo prefissati era quello di arrivare in fondo senza commettere errori, perci&ograve; vincere la Rally2 &egrave; stato qualcosa di inaspettato ma fantastico&rdquo;. &ldquo;Chiaramente si tratta di un evento che, durando cos&igrave; tanti giorni, richiede una enorme preparazione sia dal punto di vista fisico, sia in quello mentale&rdquo;, prosegue parlando dei suoi mentori. &ldquo;Fortunatamente ho potuto contare sull'aiuto di due esperti dakariani come Nani Roma e Jordi Viladoms che mi hanno messo a disposizione tutta la loro conoscenza per farmi arrivare pronto attraverso allenamenti in bicicletta, di corsa, in palestra e anche mentali spiegandomi in che modo affrontare le prove speciali. Visto il risultato finale, il lavoro svolto sembra abbia portato i suoi frutti&rdquo;.  L'Impresa di Pedrero all'Africa Eco Race: in Top 10 con l'Harley-Davidson Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; &ldquo;I giorni della Marathon sono stati i pi&ugrave; avventurosi&rdquo;  Le precedenti esperienze non hanno aiutato particolarmente, vista l'unicit&agrave; della Dakar rispetto agli altri rally raid: &ldquo;In precedenza ho corso al Rally del Marocco e pensavo di avere quindi una buona base di partenza, ma nelle prime tappe mi sono reso conto di quanto la Dakar sia una gara a s&eacute; stante, estremamente diversa rispetto agli altri rally e molto pi&ugrave; lunga ed esigente sotto ogni aspetto. Una volta trovato il giusto ritmo, per&ograve;, non ho mai preso grandi rischi andando sempre al mio passo mantenendo tutto sotto controllo ed &egrave; stato questo a fare la differenza sulla lunga distanza&rdquo;. La tappa pi&ugrave; complicata per l'iberico &egrave; stata certamente la Marathon senza assistenza, in cui ha dovuto fare i conti con un problema alla gomma: &ldquo;Quando sono arrivato alla fine della prima parte della tappa Marathon mi sono accorto che la gomma posteriore aveva un buco ed era praticamente distrutta, ma non potendo contare sull'assistenza fino al termine del giorno successivo mi sono dovuto arrangiare. Ho chiesto ai pi&ugrave; esperti cosa fare e ho rimediato mettendo diverse fascette per tenere la gomma intatta, mollando il gas in diversi tratti per non rovinarla troppo. In termini di guida in s&eacute; non ha rappresentato un grosso problema, ma ha ovviamente richiesto maggior attenzione e quelli sono stati senza ombra di dubbio i giorni pi&ugrave; avventurosi, anche se ci&ograve; ha reso ancora pi&ugrave; bello sia arrivare in fondo, sia il ritorno a casa&rdquo;. SBK, Vierge: "Tante novit&agrave; e un nuovo capotecnico, ma il feeling &egrave; ottimo"       

Lo spagnolo ha trionfato nella classe Rally2 al debutto: &ldquo;L'obiettivo era arrivare in fondo. Ho sempre avuto tutto sotto controllo, ma che avventura nella tappa Marathon!&rdquo;

Dakar, Canet: “Gara diversa da tutte le altre, ma ho avuto i migliori maestri”

        Una particolare novit&agrave; della stagione 2025 sar&agrave; la Bagger Racing European Cup, serie che si svolger&agrave; attraverso cinque appuntamenti (Oschersleben e Cremona a maggio, Rijeka ad agosto, Estoril a settembre e Jerez a novembre) ispirata al King of the Baggers. Gi&agrave; presente da diversi anni nel MotoAmerica, &egrave; un campionato riservato alle moto dotate di borse laterali che sta diventando sempre pi&ugrave; amato da piloti ed appassionati della serie a stelle e strisce con tanto di presenza in veste ufficiale dei marchi Indian e Harley-Davidson. Una realt&agrave; che arriver&agrave; anche nel Vecchio Continente grazie a Ruben Xaus, grande protagonista del mondiale Superbike di inizio millennio che, insieme alla FIM, ha dato vita a quella che si prospetta come una serie decisamente diversa rispetto a quelle a cui siamo abituati, ma ricca di moto al via e con un regolamento che strizza l'occhio s&igrave; all'aspetto sportivo, ma anche e soprattutto allo spettacolo. Proprio Ruben ci ha spiegato qualcosa in pi&ugrave; sul format della serie, sui round e sulle sue peculiarit&agrave;: ecco cosa ci ha svelato in esclusiva.  Xaus: &ldquo;Stiamo portando tanti marchi in griglia&rdquo;  &ldquo;Quest'anno debutteremo con la Bagger Racing League e sar&agrave; fin da subito una coppa europea FIM a tutti gli effetti", ha spiegato Ruben. "La prima stagione conter&agrave; cinque tappe, in concomitanza con numerosi campionati di rilievo su circuiti prestigiosi come Oschersleben, Cremona, Rijeka, Estoril e Jerez, quasi tutti con tanto di copertura televisiva in diretta delle gare&rdquo;. &ldquo;L'obiettivo &egrave; di fare qualcosa di simile a ci&ograve; che sta succedendo nel calcio con la Kings League ideata da Gerard Piqu&eacute;, mettendo sullo stesso piano sia lo sport che lo spettacolo creando un grande show ad ogni weekend", prosegue con un paragone particolare. "Infatti, chi otterr&agrave; la pole position partir&agrave; davanti a tutti in Gara 1 e dal fondo dello schieramento in Gara 2, mentre chi star&agrave; davanti per troppo tempo sar&agrave; costretto ad effettuare un long lap penalty&rdquo;. &ldquo;Stiamo cercando di portare all'interno del campionato tanti marchi, alcuni anche in veste ufficiali, in modo da avere pi&ugrave; moto rispetto a quanto accade in America dove il campionato &egrave; fantastico ma partecipano soltanto Harley-Davidson e Indian. Noi invece avremo anche Ducati, BMW, Triumph e tante altre Case pronte a mettersi in gioco: ci sar&agrave; davvero da divertirsi&rdquo;, conclude lo spagnolo con spiccato entusiasmo. SBK, Iannone: "Sono solo test, non voglio vincere il mondiale dell'inverno"       

Esclusiva - Ruben &egrave; parte integrante dell'organizzazione della nuova serie europea: &ldquo;Avremo tanti marchi al via e le griglie invertite, ci sar&agrave; da divertirsi&rdquo;

Xaus porta le Baggers in Europa: “Sarà un grande show, come la Kings League”

        Daniel Sanders pochi giorni fa ha conquistato il suo primo Dakar Rally imponendosi con cinque successi di tappa e comandando la classifica dalla primo all&rsquo;ultimo chilometro di speciale. Che tu sia l&rsquo;ufficiale RedBull KTM Factory Racing o l&rsquo;ultimo dei &ldquo;privati&rdquo; questi sono i costi a cui vai in contro per partecipare alla Dakar. KTM, Beirer: &ldquo;La Dakar ha ridato fiducia all'azienda in un periodo difficile&rdquo; Dakar quanto mi costi: l&rsquo;iscrizione e non solo Se si &egrave; amanti dell&rsquo;off road e delle avventure in moto, partecipare alla Dakar &egrave; probabilmente uno dei vostri sogni, per farlo per&ograve; dovrete mettere in conto un impegno economico non indifferente. Partiamo con il dire che per partecipare alla Dakar non &egrave; sufficiente pagare una tassa d&rsquo;iscrizione e prendere il via. Ogni anno sono solo 140 i piloti delle moto che l&rsquo;A.S.O. (acronimo di Amaury Sport Organisation) l&rsquo;organizzatore del Dakar Rally ammette alla gara. Per partecipare si deve dunque passare per una selezione (salvo alcune rare eccezioni come &egrave; stato Danilo Petrucci alla Dakar 2022) che prevede la partecipazione ed il piazzamento a diversi rally facenti parte del World Rally Raid Championship, ogni evento concluso permette al pilota di guadagnare i punti necessari per partecipare alla successiva Dakar. Una volta guadagnato il nostro accesso alla Dakar ora &egrave; il momento dell&rsquo;iscrizione che per le due ruote &egrave; fissata a 20.000 euro e comprende la quota d&rsquo;iscrizione alla Dakar, una polizza di responsabilit&agrave; civile, assistenza medica professionale compresi spostamenti in ambulanza o elicottero, la coperutra delle spese mediche fino a 30,000 euro, un&rsquo;assicurazione per il rimpatrio in caso di decesso, i pasti nel bivacco per 18 giorni, dai giorni precedenti alla gara fino al termine di essa, il noleggio del roadbook elettronico e soprattutto il trasporto della moto da Barcellona all&rsquo;Arabia Saudita e viceversa. Alla cifra iniziale per&ograve; si possono a determinate condizioni ottenere degli sconti, per i rookie ad esempio lo sconto &egrave; di 1.000 euro mentre per le Dakar Legend (i piloti che hanno corso pi&ugrave; di 10 Dakar) &egrave; di 900 euro, altri 500 euro di sconto sul prezzo dell&rsquo;iscrizione per il &ldquo;Communication bonus&rdquo;.  L'impresa di Pedrero all'Africa Eco Race: in Top 10 con l'Harley-Davidson Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; La moto e l&rsquo;assistenza? Per correre la Dakar serve una moto specialistica ovviamente, da anni ormai la moto pi&ugrave; utilizzata nel bivacco &egrave; la KTM 450 Rally Replica (e le sorelle GasGas e Husqvarna) la moto austriaca &egrave; famosa per la sua facilit&agrave; e soprattutto per l&rsquo;incredibile affidabilit&agrave;, aspetto per nulla da sottovalutare in una gara impegnativa come la Dakar. Il contro? Ovviamente il prezzo, una KTM 450 Rally Replica 2025 supera i 40.000 euro di listino e considerando almeno una coppia di doppi cerchi e un minimo di ricambi si pu&ograve; arrivare facilmente a sfiorare quota 50.000 euro. Per chi volesse risparmiare, essendo una moto utilizzata ampiamente non &egrave; difficile trovare moto usate che partono da 20.000 euro. Alla Dakar 2025 la seconda moto pi&ugrave; utilizzata &egrave; stata la Kove, la moto pi&ugrave; economica per partecipare ai Rally Raid con una spesa che per la versione 450 Rally Pro si aggira intorno ai 15.000 euro mentre per la 450 Rally EX il prezzo sale a 20.000 euro. Altre alternative sono le Fantic 450 XEF Rally Factory e le Honda CRF450 RSMoto preparate dal team di Simone Agazzi, per entrambe la cifra da pagare si aggira sui 25.000 euro. Oltre alla moto, per stimare il budget necessario per la Dakar c&rsquo;&egrave; da considerare la classe in cui si parteciper&agrave;, con un significativo cambio di spesa. Se decidete di partecipare alla classe Original by Motul non dovrete pagare un team per l&rsquo;assistenza perch&eacute; sarete voi il meccanico di voi stessi, ogni giorno dopo aver guidato per 700km dovrete mettere mano alla moto per sistemare eventuali danni. Se invece volete affidarvi ad un team per l&rsquo;assistenza durante la gara &ndash; molti team offrono il servizio di noleggio della moto permettendovi di risparmiare sull&rsquo;acquisto moto &ndash; il costo si aggira tra i 20 ed i 40 mila euro. Cambiano invece i costi di partecipazione per chi decide di affrontare la Dakar in auto o con il camion, nel primo caso la tassa d&rsquo;iscrizione sale a 32.000 euro, mentre per i camion arriva a 45.000 euro. Anche per queste classi sono arrivi gli sconti per rookie e i veterani, mentre ovviamente il costo di assistenza e acquisto dei mezzi si fa molto pi&ugrave; impegnativo.  Daniel Sanders vince la Dakar 2025, ventesimo successo per KTM Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; I premi per i vincitori Detto dei costi per partecipare alla Dakar, a quanto ammonta il premio per il vincitore? Daniel Sanders, vincitore della Dakar 2025 si &egrave; porato a casa un assegno da ben 50.000 euro, una cifra che per un &ldquo;privato&rdquo; pu&ograve; sembrare importante ma che nel bilancio milionario di un team factory &egrave; solo una piccola goccia nel mare. Al secondo classificato vanno 25.000 euro mentre per il terzo classificato il premio scende a 15.000 euro, il quarto ed il quinto classificati nella generale si portano infine a casa rispettivamente 10.000 e 5.000 euro. Per Edgar Canet, vincitore della classe Rally2 invece il premio finale &egrave; di 15.000 euro, per gli altri piloti sul podio di classe Rally2 il premio in denaro &egrave; di 10.000 e 8.000 euro. Il miglior rookie si porta a casa 3.000 euro cos&igrave; come il vincitore della classe Original by Motul.        

Il rally raid pi&ugrave; duro del mondo &egrave; un evento unico che mette a dura prova non solo mezzi e piloti ma anche il loro portafogli in cambio di un&rsquo;esperienza unica

Quanto costa partecipare alla Dakar? Ecco le cifre e i premi per i vincitori

        Complice il mix tra il classico fattore-novit&agrave; e la grande curiosit&agrave; dettata dall'utilizzo di una moto ben diversa da quelle solitamente utilizzate nei rally raid, lo scorso anno la presenza di Joan Pedrero all'Africa Eco Race con l'Harley-Davidson fece il giro del mondo, specialmente una volta arrivato al traguardo dell'ultima tappa. Tuttavia, quest'anno il pilota spagnolo &egrave; tornato in Africa in sella alla Pan America 1250 migliorando notevolmente il risultato di dodici mesi fa. KTM, Beirer: "La Dakar ha ridato fiducia all'azienda in un periodo difficile" A meno di due ore dal podio con una Harley-Davidson  Nella scorsa edizione furono infatti molteplici le difficolt&agrave; incontrate e l'iberico chiuse in fondo alla classifica con diverse ore di penalit&agrave;, mentre questa volta, con una moto pressoch&eacute; di serie dotata di targa, frecce e specchietti, &egrave; riuscito a concludere in Top 10 assoluta a circa quattro ore dal primo posto conquistato da Jacopo Cerutti su Aprilia, ma anche e soprattutto a meno di due ore dal gradino pi&ugrave; basso del podio occupato da Guillaume Borne con l'Husqvarna 450. Un risultato decisamente degno di nota visto il mezzo utilizzato, ma che non stupisce del tutto visto che si tratta pur sempre di uno dei migliori piloti di rally al mondo: Joan vanta ben quindici partecipazioni alla Dakar, con due vittorie di tappa e due piazzamenti finali nella Top 5 della classifica generale. Ma arrivare sulle rive del Lago Rosa con una Harley &egrave; comunque un'impresa non da tutti e rappresenta a suo modo una vittoria, che Pedrero ha ottenuto per la seconda volta consecutiva. CIV SBK e Production Bike: il team Revo/Nuova M2 completa la lineup 2025       

Lo spagnolo &egrave; riuscito a portare la Pan America 1250 all'ottavo posto assoluto nel celebre rally africano, a meno di due ore dal gradino pi&ugrave; basso del podio

L'impresa di Pedrero all'Africa Eco Race: in Top 10 con l'Harley-Davidson

        Il prossimo fine settimana tutti gli appassionati di moto hanno un appuntamento segnato in calendario. Si tratta della Motor Bike Expo, presso Veronafiere, che si terr&agrave; da venerd&igrave; 24 a domenica 26 gennaio per quella che sembra essere un&rsquo;edizione da record. Ecco tutte le novit&agrave; e i numeri che lasciano presagire un grande successo. Rispetto al 2024, infatti &egrave; gi&agrave; stato segnato un incremento del 20% in pi&ugrave; della superficie espositiva e ci sar&agrave; addirittura un padiglione in pi&ugrave;. Questo per le 31 case motociclistiche confermate con numerose anteprime mondiali. Saranno pi&ugrave; di 700 gli espositori, provenienti da pi&ugrave; di 20 nazioni per l&rsquo;edizione pi&ugrave; grande mai realizzata, su 120.000 mq e una crescita che si rispecchia anche nella sempre pi&ugrave; importante presenza delle Case Motociclistiche. L'entusiamo per l'edizione MBE 2025  Gli organizzatori Francesco Agnoletto e Paola Somma hanno lavorato per rinnovare completamente il layout della kermesse. Sar&agrave; ottimizzata la disposizione degli espositori, con lo scopo di accogliere le numerose richieste di ampliamento dell&rsquo;area delle grandi aziende. Un altro motivo &egrave; la volont&agrave; di utilizzare al meglio l&rsquo;ingresso Re Teodorico, che Veronafiere ha rinnovato con un importante intervento di restauro e che &egrave; perfettamente collegato con i parcheggi multipiano. Si confermano main partner dell&rsquo;evento Liqui Moly e Virgin Radio. Agnoletto, CEO e fondatore di MBE ha raccontato: &ldquo;Anno dopo anno ci troviamo a lavorare piacevolmente per questo evento, per questa &ldquo;reunion&rdquo; degli amanti della moto. La manifestazione continua a crescere e a darci enorme soddisfazione. La aspettiamo per un anno, ed oramai ne siamo alle porte. Un augurio ai nostri amici motociclisti visitatori: buon divertimento!&rdquo;  Nel dettaglio ecco i numeri dell'evento e alcune delle Case presenti  A far parte di questa edizione 2025 ci saranno 8 padiglioni 6 aree esterne con esibizioni, corsi e show, 31 case motociclistiche e questo significa 12 in pi&ugrave; rispetto al 2024, pi&ugrave; di 3.000 moto in esposizione. Il pubblico potr&agrave; vedere - e toccare - centinaia di modelli della gamma 2025, confermando il proprio ruolo di appassionati estremamente preparati e in grado di fornire alle aziende un autorevole feedback sui prodotti. Tra le Case presenti ci saranno Aprilia, che esporr&agrave; la gamma 2025, su cui spicca la novit&agrave; Tuareg Rally, Benelli, BMW Motorrad con le novit&agrave; GS e l&rsquo;inedita R 12 S, Ducati che avr&agrave; un&rsquo;area indoor dedicata alla &ldquo;Land of Joy&rdquo; di Ducati Scrambler e una zona allestita all&rsquo;esterno per la prova dei modelli Multistrada e Desert X.  E ancora Indian Motorcycle, Harley-Davidson che presenter&agrave; in anteprima mondiale i nuovi modelli 2025, Kawasaki, Moto Guzzi, QJ Motor, Royal Enfield, Triumph e tanti altri. Lo spettacolo MBE &egrave; anche all'esterno&nbsp;  Ci saranno anche tantissime le attivit&agrave; dinamiche nelle aree esterne, con un programma ricco di show, esibizioni, test ride e corsi di guida. Per esempio nell&rsquo;area A1 si potr&agrave; assistere alle evoluzioni dell&rsquo;atleta Samuele Zuccali, pro rider che porter&agrave; a Verona il suo show "Circus Trial Tour&rdquo; che lo vedr&agrave; impegnato a sfidare in diverse prove la forza di gravit&agrave; con uno spettacolo mozzafiato di Trial. Nell&rsquo;area A2 non mancher&agrave; la Scuola Federale FMI per bambini: un&rsquo;opportunit&agrave; unica per i pi&ugrave; piccoli di imparare le basi della guida in sicurezza con il tecnico federale Gianluca Nannelli. Fausto Ricci e Marco Lucchinelli saranno invece due istruttori d&rsquo;eccezione che si dedicheranno a sessioni di guida per le donne che vogliono approcciare alla motocicletta.  L&rsquo;area B, invece, sar&agrave; dedicata all'Off-road, mentre l&rsquo;area C sar&agrave; caratterizzata dalla prova per il pubblico di due progetti che come comun denominatore hanno la propulsione elettrica. Saranno disponibili per il pubblico i demo ride di Retrokit e di Talaria. Inoltre ci sar&agrave; un omaggio a Giovanni Di Pillo con la Crazy Ride che far&agrave; rispolverare agli appassionati i ciclomotori a pedali per una &ldquo;corsa pazza&rdquo; con abbigliamento goliardico e stile creativo. Le due &ldquo;Crazy Ride&rdquo; saranno organizzate sabato alle 14.00 e domenica alle 11.00.  All&rsquo;area D, invece, Yamaha mette a disposizione delle visitatrici di Motor Bike Expo i propri modelli per la prova. Uno staff specializzato di istruttori saranno a disposizione per le future motocicliste che vogliono muovere i primi metri in sella. E nell&rsquo;area D2 ci sar&agrave; lo spettacolo del freestyle con Vanni Oddera e la Crew Daboot e lo Stuntman Show con Riding estremi su mezzi incredibili come le Harley-Davidson di Maurizio Perin. E infine, ma non ultimo , il mondo custom&nbsp;  E ancora il mondo Custom. A Verona, i migliori preparatori d&rsquo;Europa presenteranno le loro creazioni inedite. Tra i protagonisti, vedremo svelare proprio a Verona le prime assolute delle special firmate da Oslo Motor Show, Boccin Custom Cycles, Carbon Visionary, Bad Boys Garage, Northern Growl Garage, Malparidos Custom Garage, Niko Bikes, Archi Garage e molti altri. Insomma, un appuntamento assolutamente da non perdere per tre giorni di emozioni di ogni tipo. Qui potete poter acquistare i biglietti.       

Dal 24 al 26 gennaio l&rsquo;appuntamento &egrave; a Veronafiere, dove ci sar&agrave; un incremento del 20% nell&rsquo;esposizione e un padiglione in pi&ugrave; rispetto al 2024

Motor Bike Expo: i numeri dell’edizione più grande mai realizzata

        Dopo una quinta tappa in grado di scombinare i piani viste le difficolt&agrave; dei grandi protagonisti, i piloti dell'Africa Eco Race si sono goduti un meritato giorno di riposo prima di tornare in azione per la sesta prova speciale. Una prova da ben 703 km (di cui 172 di speciale cronometrata) durante la quale hanno lasciato il Marocco per addentrarsi nel caldo deserto della Mauritania dove si svolger&agrave; buona parte della seconda settimana di gara, in cui c'&egrave; stato un colpo di scena potenzialmente decisivo per la vittoria. A conquistare la vittoria di tappa &egrave; stato Alessandro Botturi con la Yamaha ufficiale in 1:31'45'', ma si tratta di un trionfo ben pi&ugrave; importante rispetto a quanto non dicano i tempi visto che il diretto rivale Jacopo Cerutti ha vissuto una speciale decisamente pi&ugrave; complicata del previsto chiudendo con ben 17 minuti di distacco dal connazionale, ora leader &ldquo;solitario&rdquo; della corsa con 15 minuti di margine sul pilota Aprilia. Dakar, Tappa 2: Sanders vince (anche) la 48h Chrono, caduta per Lucci Sorpresa Pedrero con l'Harley, spavento per Bettini  Tra i grandi protagonisti di questa sesta tappa va per&ograve; annoverato anche e soprattutto l'esperto spagnolo Joan Pedrero, altamente competitivo con la Harley-Davidson Pan America 1250, in sella alla quale ha accusato soltanto 10 minuti di distacco dalla T&eacute;n&eacute;r&eacute; di &ldquo;Bottu&rdquo; nonostante la difficolt&agrave; nell'affrontare i terreni sabbiosi sahariani con una moto cos&igrave; pesante. Bella prova anche da parte di Jarno&nbsp;D'Orsogna, terzo alle spalle del norvegese Pal Anders Ullevalseter (vincitore tra le 450 monocilindriche), con Giovanni Gritti e Marco Menichini altrettanto competitivi a 6 e 7 minuti dal miglior crono. Gara finita anzitempo, invece, per Mirco Bettini: il pilota della Suzuki, al via con una V-Strom 800DE, &egrave; caduto rimediando una forte botta al costato e, pur essendo cosciente, &egrave; stato portato via in elicottero alzando cos&igrave; bandiera bianca. Ennesima dimostrazione di quanto un rally cos&igrave; impegnativo non faccia sconti neanche ai veterani. 100 km dei campioni: ecco chi sar&agrave; al via della gara al Ranch       

Il pilota Yamaha ha vinto la speciale tra le dune della Mauritania, mentre Jacopo ha accusato ben 17 minuti di ritardo. Bene Pedrero con l'Harley, gara finita per Bettini

Africa Eco Race, Stage 6: Botturi vince e allunga, problemi per Cerutti

        E' stata una prima settimana di gara a dir poco intensa, quella vissuta dai protagonisti dell'Africa Eco Race 2025. Con prove speciali decisamente impegnative e tantissimi chilometri percorsi, le tappe disputate in Marocco hanno messo a dura prova anche i pi&ugrave; esperti e non sono mancati i primi colpi di scena; mentre i piloti si godono il giorno di meritato riposo (il &ldquo;Rest Day&rdquo;) a Dakhla prima di addentrarsi in Mauritania, vale quindi la pena di andare a vedere ci&ograve; che &egrave; successo nelle scorse tappe, in cui i colori italiani sono stati assoluti protagonisti. 100 km dei campioni: ecco chi sar&agrave; al via della della gara al Ranch Lotta a due tra Cerutti e Botturi per il primato  Parlando dei grandi protagonisti, ad eccezion fatta per la quinta tappa in cui tra problemi di navigazione e malfunzionamenti del roadbook hanno perso terreno non dettando il passo, fino a questo momento l'Africa Eco Race ha visto un vero e proprio duello italiano al vertice tra Jacopo Cerutti ed Alessandro Botturi. Il pilota Aprilia, vincitore nel 2024, comanda sia la classifica generale che quella della categoria riservata alle pluricilindriche da oltre 650cc con 1'30'' sulla Yamaha del connazionale. I due hanno conquistato due vittorie di tappa a testa, mentre la quinta &egrave; andata al belga Nicolas Charlier, sesto in classifica generale. A completare il podio c'&egrave; la seconda Tuareg 660, ovvero quella guidata da Francesco Montanari, il quale accusa per&ograve; un'ora e 22 minuti di ritardo rispetto alla coppia di testa. Il grande colpo di scena di questa prima met&agrave; di gara &egrave; per&ograve; avvenuto nella seconda tappa, quando in seguito ad una caduta Pol Tarr&eacute;s, ufficiale Yamaha e sicuro pretendente alla vittoria, ha perso i sensi venendo portato via in elicottero. Fortunatamente per lui non ci sono stati grossi problemi fisici, ma ha chiaramente dovuto alzare bandiera bianca.  Da Boscoscuro a Fantic: s'infiamma il mercato dell'Europeo Moto2 Borne leader tra le 450, Pedrero competitivo con l'Harley  Dando uno sguardo alle altre categorie, tra le &ldquo;classiche&rdquo; 450 monocilindriche il leader della classifica (e quarto assoluto) &egrave; Guillaume Borne su Husqvarna, al quale sono stati restituiti anche dodici minuti rispetto al tempo effettivo per aver prestato soccorso al sopracitato Tarr&eacute;s. Il francese precede di 10'25'' l'esperto norvegese Pal Anders Ullevalseter e sembra che per la vittoria di categoria possano essere proprio loro due a contendersi il primato, mentre tra gli &ldquo;Extreme Riders&rdquo; della malle moto senza assistenza, al momento il migliore si sta rivelando lo spagnolo Guillem Martinez Boronat. Degna di nota anche la prestazione di Joan Pedrero, che proprio come lo scorso anno sta correndo con una Harley-Davidson Pan America 1250. Una moto decisamente poco adatta ad un rally raid, ma che nelle mani esperte dell'iberico si trova in settima posizione di una classifica generale che sorride anche ad altri piloti italiani. In Top 10 c'&egrave; infatti spazio anche per Marco Menichini su Aprilia, mentre tra i primi 20 troviamo anche Filippo Pietri con la Kove e Giovanni Gritti con la Honda, rispettivamente 12&deg; e 17&deg;. E con tutte le carte in regola per confermarsi su alti livelli a partire dalla Tappa 6 che, con un percorso da oltre 700 km tra speciale e trasferimento, porter&agrave; i piloti da Dakhla a Benichab iniziando la seconda parte della maratona verso il Lago Rosa. MotoGP, Honda: il team ufficiale HRC si presenter&agrave; il primo febbraio       

Dopo cinque tappe in Marocco, i piloti si stanno godendo il giorno di riposo: andiamo a vedere cos'&egrave; successo fino ad ora, con l'Italia grande protagonista

Africa Eco Race, Rest Day: la situazione al “giro di boa” della gara

        L&rsquo;Africa Eco Race &egrave; sempre ricca d&rsquo;insidie, anche per i pi&ugrave; esperti, ne sanno qualcosa Jacopo Cerutti, Alessandro Botturi e P&aring;l Andres Ullev&aring;lseter che &ldquo;pascolano&rdquo; ad inizio speciale. Ne approfitta Charlier che vince la tappa precedendo Francesco Montanari e lo svedese Johan Persson. Dakar 2025: Sanders vince anche la Tappa 1, gara gi&agrave; finita per Buehler Cerutti si perde ma diventa leader L&rsquo;ultima speciale prima del giorno di riposo previsto per domani 5 gennaio, &egrave; stata fin qui la pi&ugrave; movimentata, un problema al GPS di Jacopo Cerutti che si blocca dopo un solo chilometro dal via della speciale lascia subito tutti col fiato sospeso. Il pilota di Lecco &egrave; per&ograve; regolarmente in gara ma con Alessandro Botturi (partito ancora con sintomi influenzali accusati fin dai primi giorni di gara) e il norvegese P&aring;l Andres Ullev&aring;lseter sbagliano una nota finendo fuori traccia perdendo oltre un&rsquo;ora rispetto ai primi. Una volta rientrati sul percorso, i tre iniziano a recuperare terreno fino a terminare la speciale fuori dalla top15 incassando rispettivamente Cerutti 47&rsquo;18&rdquo;, Botturi 50&rsquo;16&rdquo; e Ullev&aring;lseter 51&rsquo;11&rdquo;. Nonostante il grosso ritardo sul vincitore della speciale Nicolas Charlier, Jacopo Cerutti conquista la leadership della generale con 1&rsquo;30 di vantaggio su Alessandro Botturi, con Francesco Montanari - oggi secondo &ndash; terzo a 1:22&rsquo;22&rdquo; che quest&rsquo;oggi ha recuperato oltre 40 minuti dalla coppia di testa. Terzo posto nella classifica di giornata per lo svedese Johan Persson a 5&rsquo;25&rdquo; da Charlier con la KTM 450 Rally Replica a precedere il giapponese Yuji Kahara e l&rsquo;australiano Scott Britnell. Incredibile settima posizione per Joan Pedrero con la Harley Davidson Pan America 1250 a soli 9 minuti dalla T&eacute;n&eacute;r&eacute; 700 di Charlier. Appena fuori dalla top10 Giovanni Gritti, undicesimo, mentre chiude ia poco pi&ugrave; di 20&rsquo; dalla vittoria di tappa Andrea Prefetti, compagno di squadra di Gritti sulla Honda CFR 450 RSMoto. Domani giornata di riposo per i piloti dell'Africa Eco Race prima di lasciare il Marocco e di entrare in Mauritania luned&igrave; 6 gennaio.&nbsp; Classifica Stage 5  Classifica Generale  Dakar 2025: Petrucci e il team Italtrans vicini alla Top 10 nel Prologo       

I due contendenti per la vittoria assoluta perdono un ora per un errore di navigazione ad inizio tappa, ne approfitta il belga con la T&eacute;n&eacute;r&eacute; 700 che precede Francesco Montanari

Africa Eco Race, Stage 5: Cerutti e Botturi si perdono, vince Nicolas Charlier

        Era il 1994, quando un giovane Troy Corser conquistava il titolo nell&rsquo;allora AMA Superbike in sella alla Ducati del Team Fast by Ferracci prima di approdare in pianta stabile nel Mondiale e diventare una leggenda della SBK con due titoli all&rsquo;attivo. Per il marchio bolognese l&rsquo;attesa del ritorno al vertice negli States &ndash; tradizionale mercato cruciale per la Ducati &ndash; &egrave; durata ben trent&rsquo;anni, ma questa stagione si &egrave; conclusa con uno storico ritorno al successo grazie a Josh Herrin. Il quale in sella alla Panigale V4 R del Team Warhorse HSBK &ndash; con tanto di colorazione ispirata proprio alla livrea del &lsquo;94 del team di Eraldo Ferracci &ndash; ha conquistato il suo secondo titolo personale nella Superbike a stelle e strisce, undici anni dopo il primo. E riportando al top la Casa di Borgo Panigale, Herrin ha interrotto il lungo dominio della Yamaha e del Team Attack Performance. IDM: la stagione 2024 La Ducati vince nel MotoAmerica  Dieci anni dopo una presenza eterea nel Motomondiale &ndash;&nbsp;zero punti in mezza stagione della Moto2 con la Caterham Suter &ndash;&nbsp;Herrin ha vissuto un 2024 stellare visto che non ha soltanto riconquistato il titolo, con sei vittorie e altri sette piazzamenti a podio. Il trentaquattrenne californiano ha trionfato &ndash; sempre con la Ducati, ma in questo caso la Panigale V2 &ndash; anche alla prestigiosa 200 Miglia di Daytona per la seconda volta consecutiva, confermandosi il pilota pi&ugrave; forte della stagione nel competitivo panorama a stelle e strisce. Parlando della Ducati va menzionata anche la presenza di Loris Baz, che da compagno di squadra di Herrin ha concluso in quinta posizione con quattro podi, e la ciliegina della splendida vittoria nella manche conclusiva nel New Jersey, che gli ha permesso di diventare il primo francese a salire sul gradino pi&ugrave; alto del podio nella classe regina americana. Il rivale di Herrin &egrave; stato Cameron Beaubier, tornato nel MotoAmerica dopo l&rsquo;esperienza nella Moto2 iridata con l&rsquo;obiettivo di puntare al sesto titolo nazionale. Il californiano classe 1992 si &egrave; rivelato un avversario particolarmente agguerrito nonch&eacute; l&rsquo;unico in grado di tenere aperti i giochi fino all&rsquo;ultimo round, nonostante l&rsquo;infortunio rimediato a Road America che l&rsquo;ha costretto a stare fermo anche nel successivo appuntamento di Brainerd. Il secondo posto finale &egrave; stato quindi ragguardevole, senza dimenticare che i titoli Beaubier li aveva conquistati con la Yamaha, mentre quest&rsquo;anno ha corso con la BMW di Tytlers Cycle Racing, con cui si &egrave; trovato immediatamente a proprio agio. Sulla moto tedesca ha brillato anche un altro ex Moto2 come Sean Dylan Kelly, gi&agrave; campione americano Supersport che, al debutto sulla M1000 RR del Team TopPro Motorsports, si &egrave; rivelato decisamente competitivo (vincendo ad Austin) anche se incline all&rsquo;errore. Kelly ha concluso al quarto posto, alle spalle anche di un pilota ben pi&ugrave; esperto tra le big bikes come Bobby Fong, il migliore tra i piloti Yamaha in un&rsquo;annata difficile per la Casa di Iwata. La Yamaha e la sua squadra ufficiale Attack Performance si possono considerare le grandi deluse della stagione. Il tre volte campione in carica Jake Gagne &ndash;&nbsp;che aveva vinto il titolo 2022 battendo Danilo Petrucci &ndash; non &egrave; riuscito a centrare il poker di trionfi consecutivi e, soprattutto, ha concluso in anticipo la stagione a causa di un infortunio. A sostituire il trentaduenne californiano &egrave; stato lo spagnolo Xavi For&eacute;s, rimpiazzo di lusso visto che ha corso quasi tutta la stagione tra Suzuki e Yamaha nel ruolo di &ldquo;jolly&rdquo;. Gagne ha utilizzato il periodo di riposo aggiuntivo per tornare al top della forma fisica e sar&agrave; senza dubbio uno dei grandi pretendenti al titolo nel 2025, visto che torner&agrave; con gli stessi colori e un&rsquo;enorme voglia di riscatto affiancando la new entry della squadra, ovvero Fong, altro pretendente in una corsa al titolo che si prospetta come una delle pi&ugrave; incerte degli ultimi anni.  MotoAmerica: le Baggers  Il MotoAmerica, per&ograve;, va ben oltre la Superbike. Il campionato ridestato da Wayne Rainey annovera infatti numerose categorie, tra le quali una si &egrave; evoluta, in poco tempo, da folkloristica in iconica. Nata nel 2020 con un campionato in gara unica, la categoria King of the Baggers &egrave; ora pronta per essere studiata (e poi esportata?), segno distintivo di come l&rsquo;idea abbia funzionato. Del resto &egrave; sufficiente vedere l&rsquo;impegno &ndash;&nbsp;con veri e propri squadroni ufficiali &ndash; di Harley-Davidson e Indian, che si danno battaglia tra i cordoli con moto (come da regolamento si tratta di custom dotate di borse laterali e dal peso di circa 300 kg) comunque in grado di far registrare tempi sul giro non distanti da quelli delle ben pi&ugrave; leggere e agili Supersport. A vincere &egrave; stato il Team Factory Indian grazie a Troy Herfoss, capace di adattarsi in fretta al campionato andando a conquistare il titolo in sella alla Challenger dopo una bella lotta con Kyle Wyman, che invece era in sella alla Harley-Davidson Road Glide del team ufficiale Screamin&rsquo; Eagle. I due hanno dominato la stagione conquistando tredici vittorie &ndash; sette Herfoss, sei Wyman &ndash; lasciando soltanto le Briciole agli avversari, e il campionato si &egrave; deciso soltanto all&rsquo;ultimo round a favore dell&rsquo;australiano, per 11 punti. Le Baggers hanno riscosso particolare successo anche grazie all&rsquo;avvicinamento al Motomondiale. In occasione della tappa iridata di Austin. infatti, si &egrave; svolto uno dei round della serie a stelle e strisce attirando la curiosit&agrave; del paddock mondiale, cos&igrave; come accaduto anche dopo il GP conclusivo di Barcellona quando proprio Wyman e James Rispoli hanno girato con le Road Glide assieme a Marco Melandri e Randy Mamola, stupiti positivamente dalle caratteristiche della moto. Vista la grande crescita di una serie cos&igrave; particolare &ndash; in grado di incuriosire la stessa Dorna &ndash; non va escluso un approdo a tempo pieno nel panorama internazionale. E in un futuro nemmeno cos&igrave; lontano.  BSB, che successo! Tutti i segreti della SBK britannica       

Trent&rsquo;anni dopo il titolo AMA di Corser, la Ducati torna a primeggiare anche nella Superbike a stelle e strisce: merito di Herrin

MotoAmerica: Ducati, l'attesa è finita

        Dopo una prima breve prova speciale, nella giornata odierna i piloti dell'Africa Eco Race sono entrati nel vivo del rally raid africano con una seconda tappa marocchina ben pi&ugrave; lunga che li ha portati da Tarda a Tagounite attraverso 357,16 km cronometrati. Un percorso che ha visto un vero e proprio dominio da parte dei piloti italiani, visto che le prime due posizioni della classifica assoluta non sono mai state messe in discussione. Rlly Raid: la Dakar approda su Sky Sport (anche) nel 2025 Botturi nuovo leader della classifica  In sella alla Yamaha T&eacute;n&eacute;r&eacute; ufficiale, il pi&ugrave; rapido &egrave; stato Alessandro Botturi, il quale ha preceduto a fine tappa l'Aprilia Tuareg del campione in carica Jacopo Cerutti con poco meno di 3 minuti di margine. Un divario che gli ha permesso di sorpassare il connazionale portandosi al comando della classifica generale, anche se chiaramente siamo soltanto all'inizio di una delle competizioni off-road pi&ugrave; dure in assoluto. Podio di giornata per un'altra Aprilia, ovvero quella di Francesco Montanari che chiude cos&igrave; una Top 3 tutta italiana, anche se resta un punto di domanda riguardante Pol Tarr&eacute;s visto che il pilota Yamaha sembra abbia accusato problemi al transponder e non &egrave; stato possibile seguirne le tracce e i tempi di gara. Quarto posto assoluto e primo tra le 450 monocilindriche per Guillem Martinez Boronat con la KTM, seguito da un sorprendente Shinya Fujiwara, centauro giapponese in gara con una Husqvarna. Da segnalare anche l'ottima prestazione di Matteo Bottino con la cinese Kove 800X Rally, il quale ha accusato 41 minuti di ritardo dalla leadership chiudendo in Top 10, cos&igrave; come Joan Pedrero Garcia, competitivo con la Harley-Davidson Pan America 1250 con cui ha chiuso a 48 minuti dalle ben pi&ugrave; agili T&eacute;n&eacute;r&eacute; e Tuareg dopo oltre quattro ore di gara. Domani, invece, la speciale sar&agrave; ancora pi&ugrave; lunga e porter&agrave; a piloti a Touizgui dopo ben 546 km. Divorzio... parziale: Repsol e Honda si salutano, ma solo in MotoGP       

Il pilota ufficiale Yamaha &egrave; stato il pi&ugrave; veloce precedendo l'Aprilia di Cerutti e portandosi al comando della generale. Problemi al transponder per Tarr&eacute;s

Africa Eco Race, Stage 2: Botturi vince e conquista la leadership

        Dopo la passerella di presentazione a Montecarlo dello scorso 28 dicembre ed il successivo imbarco a Marsilia, stamani all&rsquo;alba i piloti dell&rsquo;Africa Eco Race sono arrivati a Tangeri dove &egrave; partita la prima, breve, speciale. Aprilia contro Yamaha ma non solo: tutte le moto in gara all&rsquo;Africa Eco Race Cerutti si prende subito la leadership Solo 47 km di speciale per la prima giornata di gara dell&rsquo;Africa Eco Race 2025, i piloti sono sbarcati all&rsquo;alba a Tangeri dopo due giorni di traghetto che li ha portati da Marsilia al Marocco dove ha preso il via la gara. Una giornata di transizione con ben 755km di trasferimenti che hanno portato i piloti da Tangeri a Tarda nel nord della catena montuosa dell&rsquo;Atlante. Solo 47 chilometri di speciale che Jacopo Cerutti con l&rsquo;Aprilia Tuareg 660 ha percorso in 38&rsquo;33&rdquo; precedendo Alessandro Botturi di 55&rdquo; e Pol Tarres di 1&rsquo;44&rdquo;. Quarta posizione assoluta e primo dei monocilindrici 450 per il francese Guillaume Borne in sella all&rsquo;Husqvarna FR450 lontano per&ograve; 3&rsquo;42&rdquo; da Cerutti, il francese ha preceduto P&aring;l Anders Ullev&aring;lseter, norvegese in sella alla KTM 450 Rally Replica del team Norwit e Filippo Pietri, rookie, con la Kove 450 Rally a poco meno di sei minuti dalla Tuareg 660 #1. Ottava posizione per Joan Pedrero che &egrave; nuovamente al via dell&rsquo;Africa Eco Race con l&rsquo;Harley-Davidson Pan America 1250 dimostrando grande abilit&agrave; nel condurre la pesante bicilindrica americana su terreni impervi come quelli del Marocco. Francesco Montanari con la seconda delle Aprilia Tuareg 660 del team GCorse chiude la top10 della prima tappa.  Winkler: &ldquo;La Dakar? Un viaggio per conoscere s&eacute; stessi&rdquo; | Esclusiva       

Il campione dell&rsquo;edizione 2024 parte subito forte precedendo le Yamaha T&eacute;n&eacute;r&eacute; 700 di Alessandro Botturi e Pol Tarres, Guillaume Borne primo tra le 450

Africa Eco Race, Stage 1: Cerutti e Aprilia subito al comando

        Nel 2025 debutter&agrave; la Bagger Racing European Cup, un campionato riconosciuto da FIM Europe e che vede nell&rsquo;exSBK Rub&eacute;n Xaus il suo padrino. Nella serie continentale non saranno solo Harley-Davidson ed Indian a sfidarsi in pista ma in griglia si troveranno anche moto delle case europee e giapponesi. KTM, Pierer: &ldquo;Cerchiamo nuovi investitori per salvare i posti di lavoro&rdquo; Anche in Europa cresce l&rsquo;interesse verso le Baggers Da quando negli States &egrave; stata corsa la prima gara d&rsquo;esibizione a Laguna Seca nel 2020, le Baggers hanno raccolto sempre pi&ugrave; interesse sia oltre oceano dove ormai si corre stabilmente dal 2021 il &ldquo;King of the Baggers&rdquo; che in Europa dove Harley-Davidson &egrave; sbarcata ufficialmente nell&rsquo;ultimo weekend della stagione del motomondiale facendo provare a diverse leggende della MotoGP le Road Glide ufficiali con cui Kyle Wyman e James Rispoli hanno corso nell&rsquo;ultima stagione. Un successo negli Stati Uniti che ha portato anche alla nascita di altri campionati come la Baggers Racing League alla quale Xaus ha partecipato nel 2024 conquistando il titolo. A pochi giorni dal 2025 &egrave; infine arrivato l&rsquo;annuncio della nascita del Baggers Racing European Cup, un vero e proprio campionato europeo destinato non solo ad Harley ed Indian come invece avviene nel MotoAmerica. Ruben Xaus &egrave; stato il principale artefice della nascita di questa competizione lavorando con FIM Europe per la stesura di un regolamento che permettesse anche alle case europee e giapponesi di partecipare a questa serie. Nella lista della moto che si potranno adattare sono infatti presenti oltre alle Harley-Davidson Street Glide, Road Glide, Road King e Ultra, la BMW R18 e la Triumph Rocket III, le italiane Ducati Diavel 1260 oltre alle Moto Guzzi MGX21 e California. Dal Sol Levante invece sono attese le Honda Goldwing, la Kawsaki VN Voyaher, la Suzuki Intruder e la Yamaha Star Cruiser, anche la Cina potr&agrave; essere rappresentata con il brand WYCHE Motorcycle che all&rsquo;ultima edizione di EICMA ha presentato la propria gamma di moto. I weekend di gara saranno simili a quelli della Superbike con prove libere, qualifiche e due manche di gara da correre sabato e domenica, le iscrizioni si apriranno al Motor Bike Expo di Verona a fine gennaio dove probabilmente si scopriranno maggiori dettagli, intanto sui propri canali social Xaus ha anticipato che una gara si svolger&agrave; anche in Italia al Cremona Circuit.  SBK: Razgatlioglu porta il numero 1 sulla BMW per la prima volta       

Un campionato voluto fortemente da Ruben Xaus che dopo aver corso negli States far&agrave; sbarcare le gare anche nel vecchio continente, una tappa si correr&agrave; a Cremona

Le Baggers sbarcano in Europa: al via anche Ducati e Moto Guzzi

        L&rsquo;inverno nell&rsquo;universo motociclistico &egrave; da sempre il momento dei bilanci, tra riflessioni su quello che &egrave; stato e speranze per quello che sar&agrave; o potr&agrave; essere. In questa fase si sprecano i commenti, ma ovviamente alcuni sono pi&ugrave; autorevoli di altri, e quelli di Marco Melandri &ndash; presente a Barcellona per la giornata promozionale organizzata da Harley Davidson - rientrano decisamente nella prima categoria. Anche quando le cose non vanno come predetto: del resto il romagnolo era sempre stato chiaro sull&rsquo;impossibilit&agrave; per un team indipendente di vincere il titolo e, una volta smentito tale assioma dalla realt&agrave;, Marco &egrave; il primo a rivalutare la sua analisi. &nbsp;&ldquo;Sono sempre stato il primo a pensare che non sarebbe successo &ndash; commenta Marco - invece sono stato smentito e ne sono felice, dato che questa &egrave; la dimostrazione sia che un team satellite pu&ograve; vincere, sia che Martin ha disputato una stagione incredibile. Ducati si &egrave; comportata in modo encomiabile e merita solo dei complimenti: quando hai tante moto davanti, con al contempo un pilota ed una squadra gi&agrave; con le valigie in mano, non &egrave; semplice mettere quest&rsquo;ultimi in condizioni di vincere, quindi mi levo il cappello&rdquo;.&nbsp;Ti aspettavi un miglioramento, in termini di costanza, cos&igrave; evidente di Martin da una stagione all&rsquo;altra?&nbsp;&ldquo;Occorre dire che gi&agrave; nel 2023 aveva mostrato cose interessanti, anche se nel finale era stato molto sfortunato. In questa stagione ha capito che il mondiale si vince nelle giornate no, quindi tante volte ha corso per il campionato e non per vincere, cosa che forse &egrave; mancata a Bagnaia. Quando sei abituato a vincere cos&igrave; tanto forse ti senti un po&rsquo; imbattibile: la sensazione &egrave; che Pecco non abbia commesso errori perch&eacute; &egrave; andato oltre il limite, bens&igrave; perch&eacute; si &egrave; a tratti deconcentrato. Stare cos&igrave; tanto tempo da solo davanti pu&ograve; portare a questo: mi viene in mente Barcellona, dove &egrave; finito a terra all&rsquo;ultimo giro della Sprint. Non &egrave; stato un errore dettato dalla foga, bens&igrave; un piccolo calo di concentrazione. Tra vincere e non vincere il mondiale la differenza &egrave; davvero sottile a volte&rdquo;.&nbsp;Da pilota quanto pu&ograve; fare arrabbiare non vincere un titolo nonostante 11 successi nei GP?&nbsp;&ldquo;Ci pensi, &egrave; normale. Io ancora penso a cosa avrei potuto fare di diverso nel 1999 o nel 2012. Non sono cose che cancelli, tanto che a volte i ricordi negativi restano pi&ugrave; di quelli positivi, ma sono anche quelli che ti permettono di crescere&rdquo;.&nbsp;Tre promossi e tre bocciati della stagione?&nbsp;&ldquo;Promossi direi ovviamente Martin, poi Marquez ed Acosta. Tutti hanno giudicato quest&rsquo;ultimo, ma nessuno tiene conto della moto a sua disposizione. Bocciati sicuramente Bezzecchi, anche se posso capire le sue difficolt&agrave; quindi non &egrave; una critica, e credo che anche lui stesso volesse di pi&ugrave;. Oltre a lui direi Honda e Yamaha, nemmeno rivedibili&rdquo;.&nbsp;Yamaha per&ograve; ha mostrato qualche segnale di vita.&nbsp;&ldquo;S&igrave;, ma credo che Quartararo ci abbia messo tanto del suo&rdquo;.  Bagnaia, Marquez ed il 2025 Torniamo a Bagnaia: una sconfitta del genere pu&ograve; aiutarlo ad affrontare meglio il duello interno con Marquez nel 2025?&nbsp;&ldquo;Non saprei, dato che &egrave; difficile leggere le emozioni di Pecco dal suo viso, &egrave; molto bravo a non fare trasparire nulla. Dalla sua ha certamente la consapevolezza di poter vincere delle gare, quindi il mondiale non se lo deve riguadagnare a suon di velocit&agrave;, bens&igrave; limitando gli errori. Marquez sicuramente sar&agrave; un &ldquo;cagnaccio&rdquo;: si &egrave; visto anche a Barcellona, dove sembrava in difficolt&agrave; ed invece in gara &egrave; stato uno dei pi&ugrave; veloci. Marc ha fame, sa che &egrave; nel posto al giusto al momento giusto, quindi pu&ograve; essere l&rsquo;uomo da battere nel 2025&rdquo;.&nbsp;Chi la spunter&agrave; secondo te tra Marc e Pecco? Come sar&agrave; la convivenza?&nbsp;&ldquo;Secondo me la convivenza sar&agrave; normale, i problemi verranno da fuori ossia da voi (i media ndr), che alimenterete qualsiasi cosa (ride ndr). Marc ha una personalit&agrave; tale che gli basta entrare nel box per emettere vibrazioni non semplici da assorbire, Pecco deve essere bravo a non farsi coinvolgere ed a pensare alle sue cose. Se Marc in pista sar&agrave; pi&ugrave; lento o allo stesso livello di Pecco credo che quest&rsquo;ultimo abbia una psiche sufficientemente solida per reggere l&rsquo;urto, altrimenti potrebbe soffrire&rdquo;. Martin potr&agrave; pensare di difendere il numero 1 in sella all&rsquo;Aprilia?&nbsp;&ldquo;E&rsquo; difficile valutare Aprilia per il suo finale di 2024 o per il primo test di Barcellona. Ci sono stati tanti cambiamenti interni, quindi &egrave; difficile che in poco tempo si riuscir&agrave; a far quadrare tutto, specie se si deve affrontare una macchina ben collaudata come quella Ducati&rdquo;. Contiuna l'articolo nella prossima pagina  &nbsp; Yamaha e Bastianini Yamaha potr&agrave; fare affidamento su Pramac: basteranno due moto in pi&ugrave; per risalire?&nbsp;&ldquo;Le due moto potranno essere molto utili in termini di dati, per capire perlomeno qual &egrave; la priorit&agrave; in termini di sviluppo. La mia sensazione &egrave; che abbiano un po&rsquo; perso la strada: si sono concentrati troppo su motore e aderenza al posteriore, perdendo tutto il positivo che avevano in altre aree, quindi occorre ora procedere per priorit&agrave;. Serve andare per gradi, anche perch&eacute; la bacchetta magica per fare tutto subito non l&rsquo;ha nessuno. L&rsquo;unica opzione pu&ograve; essere questo famoso motore a V, che pu&ograve; cambiare tante cose in una volta&rdquo;.&nbsp;Il 2025 sar&agrave; un anno di ripartenza anche per Bastianini. Alcuni dicono che in Ducati ufficiale non si sia mai visto il vero Enea: che ne pensi?&nbsp;&ldquo;E&rsquo; vero. Secondo me ha pagato il cambio di capotecnico, anche prima dell&rsquo;infortunio di Portimao. Nel 2024 ha alternato ottime gare ad altre pi&ugrave; sottotono: &egrave; un peccato vederlo uscire di scena senza aver completato il suo lavoro in rosso. Non sar&agrave; un cambio facile da Ducati a KTM, dato che scendere da una Desmosedici per salire su una qualsiasi altra moto non &egrave; semplice ad oggi&rdquo;. Test 2025: date e circuiti dove prover&agrave; la MotoGP        

L'INTERVISTA - L'analisi di Marco: "Pecco nel 2024 a tratti si &egrave; deconcentrato. Martin ha vinto il titolo nelle giornate no, in Aprilia tante novit&agrave; da far quadrare in fretta"

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        Si scaldano i motori per la 42^ edizione della &ldquo;TRANS-Borgaro&rdquo;, motocross legends. Il classico appuntamento con i campioni del cross &egrave; in programma infatti domenica 24 novembre, dalle 09.00, presso la pista di via Stati Uniti, area ex Torinello, a Borgaro. La manifestazione, unica nel suo genere in Europa, &egrave; organizzata dall&rsquo;A.S.D. Borgaro Motocross in collaborazione con A.S.D. Camba, e presenter&agrave; al via numerosi campioni mondiali degli anni 70, 80, 90 e 2000. Sono attesi oltre 150 atleti al via, tra i quali spiccano gli statunitensi Broc Glover, Dough Dubach e Rodney Smith, il belga Marc Velkeneers, l&rsquo;inglese James Dobb, il sudafricano Neville Bradshow, il lettone Lauris Freibergs, gli italiani Alex Puzar, Fabrizio Dini, Pietro Miccheli, Davide Guarneri e Paolo Caramellino ma anche Celestino Vietti, pilota Moto2 che ha appena concluso la sua stagione a Barcellona.&nbsp; MotoGP: la classifica definitiva dopo la gara del GP Barcellona Una ricca lista di fuoriclasse per una storia leggendaria lunga 48 anni Campioni e leggende del passato si ritroveranno l&rsquo;uno al fianco dell&rsquo;altro in quel di Borgaro Torinese per deliziare il numeroso pubblico e dare vita ad una gara che coinvolge i migliori interpreti italiani, europei e americani del cross. Una storia iniziata nel lontano 1976, con l&rsquo;edizione inaugurale che vide protagonisti icone del movimento azzurro del calibro di Giuseppe Cavallero, capace di assicurarsi il successo finale in sella alla Villa, davanti all&rsquo;indimenticato Emilio Ostorero. Da quel momento il legame tra la citt&agrave; di Borgaro e il mondo delle ruote tassellate si &egrave; legato in modo indissolubile, ospitando a pi&ugrave; riprese gare entrate nel cuore dei tifosi. Una lunga lista di fuoriclasse si &egrave; poi susseguita nell&rsquo;albo d&rsquo;oro: da Pietro Miccheli a Maurizio Dolce, passando per Sergio Franco, Paolo Caramellino, Max Gazzarata e Giuseppe Gaspardone. Quest&rsquo;ultimo &egrave; il recordman di successi alla TransBorgaro, grazie a sei affermazioni. Un primato che dall&rsquo;anno scorso detiene in coabitazione con Broc Glover, l&rsquo;americano che da sei edizioni spadroneggia nella categoria &ldquo;Anni 70&rdquo;. Il campione californiano torner&agrave; anche in questa circostanza per deliziare gli spettatori con il suo stile impeccabile e la classe che non &egrave; stata scalfita dal trascorrere del tempo. Un altro sicuro protagonista della categoria sar&agrave; il belga Marc Velkeneers, in grado nelle edizioni passate di raccogliere sempre risultati di rilievo, come anche lo yankee Chuck Sun, campione National USA 1980 classe 500. Da Davide Guarneri a David Philippaerts e Celestino Vietti La parata di stelle proseguir&agrave; con la categoria &ldquo;Anni 80&rdquo; con una new entry sempre a stelle e strisce, grazie al debutto di Rodney Smith. Un esordio da rimarcare per colui che nel 1988 &egrave; stato il primo pilota del team gestito da Michele Rinaldi, quando chiuse al terzo posto nel Mondiale 250. Da non dimenticare anche Doug Dubach, vincitore della categoria nel 2023, e Micky Dymond, pronti a far proseguire il dominio americano a suon di sgasate e sorpassi spettacolari. La categoria &ldquo;Anni 90&rdquo; annoter&agrave; il ritorno del due volte iridato Alex Puzar, il piemontese si &egrave; gi&agrave; imposto alla TransBorgaro nel 2016 e dovr&agrave; vedersela con rivali agguerriti come Fabrizio Dini, trionfatore nel 2023.&nbsp; La ciliegina sulla torta verr&agrave; poi messa dalla classe &ldquo;Anni 2000&rdquo;, che potranno contare sulla partecipazione ed il talento di Davide Guarneri, vincitore nel 2023, David Philippaerts, pronto a schierarsi di nuovo dietro al cancelletto di partenza per regalare sensazioni uniche agli amanti delle due ruote e Celestino Vietti, vincitore di tre GP nell'annata 2024 della middle class del motomondiale. Un vero e proprio parterre di campioni che andranno ad impreziosire l&rsquo;evento diretto da Bruno Morselli, Presidente dell&rsquo;ASD Borgaro Motocross.&nbsp;  La MotoGP strizza l'occhio agli USA e Harley Davidson: "King of the Baggers" nel mondiale 2026?       

L'appuntamento con i campioni del cross &egrave; in programma domenica 24 novembre, dalle 09.00, presso la pista di via Stati Uniti, area ex Torinello, a Borgaro

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